Aumento delle rese di abbattimento degli inquinanti

I processi di biorimediazione sia in fase liquida (vasche a fanghi attivi) sia in fase solida (biopile statiche e biopile dinamiche) sfruttano la normale attività dei microorganismi presenti in natura (batteri, funghi, enzimi), che opportunamente controllati in idonee strutture impiantistiche permettono di depurare acqua e terreni dalla sostanze inquinanti. Ovvero i microorganismi degradano le sostanze inquinanti fino ai composti base non più inquinanti quali acqua, anidride carbonica, sali ecc.
La bravura dei tecnici consta nell’ottimizzare l’impiantistica e la conduzione dei processi affinché l’attività dei microrganismi sia rapida ed efficace.
L’impianto gestito dalla Ambiente & Risorse dispone di biopile statiche, ovvero i terreni una volta prelavorati (vagliatura meccanica ed aggiunta di ammendanti) sono mantenuti in atmosfera ricca d’ossigeno mediante aspirazione forzata che costringe l’aria ad attraversare il materiale stoccato appunto in trincee denominate biopile. Utilizzando come agente apportatore di ossigeno l’aria atmosferica ne consegue che la percentuale max di ossigeno ottenibile in biopile è pari a 21% che equivale all’ossigeno presente appunto nell’atmosfera terrestre.
Le variabili quindi su cui possiamo agire nei nostri attuali processi sono solo le percentuali di ammendanti che vengono immesse nel terreno nella fase di pretrattamento prima della messa a dimora in biopila, pertanto:

  • modificare la percentuale e la tipologia dei bulking agents (agenti che aumentano la porosità e quindi la permeabilità del terreno al passaggio dell’aria)
  • modificare la percentuale e la tipologia dei nutrienti (per creare substrati idonei alla proliferazione dei microrganismi)
  • inoculi di microrganismi esterni selezionati tra ceppi particolarmente attivi nella capacità di aggredire e degradare i contaminanti
Per la ricerca Ambiente & Risorse ha allestito un laboratorio dedicato in cui i ricercatori dell’università effettuano le sperimentazioni su scala ridotte utilizzando biopile di laboratorio con capacità di 60 litri. È stato inoltre costruito un impianto pilota con una capacità di trattamento di 24 mc per verificare le sperimentazioni di laboratorio su scala semi-industriale.